Studio liturgico sul Rito di Benedizione dell’Acqua (Petru Pruteanu)
Lo ieromonaco padre Petru Pruteanu, attraverso il suo saggio Agheasma in cultul ortodox, ci descrive gli sviluppi del rito di benedizione dell’acqua santa, e di tutti gli aspetti rituali, storici e spirituali del Mistero dell’aghiasma.
L’aghiasma, ossia l’acqua benedetta, ha radici antiche nell’Antico Testamento (IV libro dei Re, 5:9-14) e nel Nuovo Testamento ( Giovanni 5:1-4; 9:7). Le prime benedizioni dell’acqua in testi cristiani liturgici si trovano nell’Eucologio di Serapione di Thmuis (preghiere 5 e 17) e nelle Costituzioni Apostoliche (VIII,29).
Nel Medioevo si sviluppano molti generi di „benedizioni dell’acqua”, ad esempio nel codice Sinaita 973, dell’anno 1153 d.C., vi sono alcune meravigliose preghiere di santificazione dell’acqua, fra le quali una sacerdotale da farsi in altare, e una archieratica da celebrarsi prima del Grande Ingresso. Dal IX al XII secolo al santuario delle Blachernae a Costantinopoli, ogni sera, c’era un rito apposito di santificazione delle acque e del loro uso con fini terapeutici, il cui ordo liturgico è codificato in un testo del 1027 d.C., noto come codice Coislin 213. Questo rito speciale veniva celebrato anche in altri monasteri ortodossi dove sussistevano acque termali o curative. E’ probabile che l’attuale servizio di „piccola benedizione delle acque” nasce nel contesto delle Blachernae. Prima del XVII secolo, il rito delle Blachernae si diffonde sempre di più fino ad uniformare tutte le altre prassi locali: l’attuale rito della Piccola Benedizione delle acque aggiunge, al rito originario, solamente l’epiclesi e due antifone battesimali in riferimento al Giordano. Dal XVII al XVIII secolo il rito di benedizione si arricchisce dell’utilizzo della Croce da immergere per la santificazione dell’acqua. In Russia, nel XVII secolo, al posto delle preghiere iniziali, si recitava il salmo 69 e tre tropari sulla crocefissione di Cristo, ma successivamente la Chiesa Russa, sotto il patriarca Nikon (1667), si uniforma al resto del mondo ortodosso.
Nella raccolta liturgico-canonica chiamata Novaja Skrijali del secolo di Nikon, alle volte si preferisce l’utilizzo della Santa Lancia della proscomidia per benedire l’acqua al posto della Croce ma, dal momento che molti (specialmente in Moldova) hanno fatto diventare il tocco della Lancia una sorta di magia miracolosa, la Chiesa ne sconsiglia l’uso. Grossomodo, dal 1700 in poi, si può dire che il rito di benedizione dell’acqua si fossilizza nella struttura attuale.
Tratto dal: http://luceortodossamarcomannino.blogspot.com/